martedì 7 novembre 2023

PRENDIAMOCI CURA!

Prendiamoci cura! Ritorno a Le Valli, la nuova iniziativa del PROGETTO LE VALLI ideato da Andrea Papi si è tenuta il 7 ottobre in occasione della XIX Giornata del Contemporaneo, promossa da AMACI Associazione dei Musei di Arte Contemporanea Italiani. Quest'anno la proposta del progetto, che da anni ha come obiettivo il recupero dell'oratorio in località Le Valli, è stata organizzata dall'Associazione Andrea del Castagno e con il patrocinio del Comune di San Godenzo. Vedi le foto dell'iniziativa.
La giornata ha visto una bella partecipazione di pubblico e si è così articolata: la mattina escursione a Le Valli, a cura del Centro visite del Parco Nazionale Foreste Casentinesi, dove dall'esterno dell'oratorio è visibile la riproduzione del quadro La Madonna del Carmine a cui l'oratorio è dedicato. Il buon pranzo al Comunello di Casale è stato un meritato momento di pausa convivialeNel pomeriggio conferenza di don Bruno Brezzi dedicata all'origine del culto della Madonna del Carmine e ad avvalorare l'ipotesi che il quadro che si trova ora stabilmente nella chiesa di San Niccolò a Casale sia la stessa tela che era presente nell'oratorio, fino a quando le case sono state abitate dalla famiglia Moretti, nei primi anni sessanta del '900.

Oratorio in località Le Valli. 
Foto Progetto Le Valli, 2023 
                                                    
La riproduzione su forex del quadro La Vergine del Carmelo dona lo scapolare a San Simone Stock, opera della pittrice Ferdinanda Gotti, datato 1862 è visibile dall'esterno dell'oratorio (foto sopra). La copia ha le stesse misure della tela originale senza la cornice (cm. 118 x 81) ed è stato possibile collocarla nella posizione in cui si presume si trovasse in origine il quadro grazie ad alcune tracce, come il gancio a cui era appeso, ancora presenti sulla parete dove era l'altare, del quale si intravedono parti del piano in pietra (foto sotto). Anche varie testimonianze riportano che era presente un quadro all'interno dell'oratorio.
                                                      
Oratorio in località Le Valli. 
Foto Progetto Le Valli, 2023

Nella foto seguente l'altare quando era ancora in piedi.

Altare dell'oratorio della Madonna del Carmine
a Le Valli. Foto Moretti, 1990 ca.

L'interno di quel che resta dell'oratorio oggi, dove per l'occasione è stata ritrovata parte della pavimentazione in lastre di pietra (foto in basso).

Oratorio in località Le Valli. 
Foto Progetto Le Valli, 2023

Lo scopo dell'iniziativa Prendiamoci cura! Ritorno a Le Valli è quello di rendere partecipi dell'esistenza di una storia, una memoria che se non alimentata è destinata a  scomparire. In questo caso è legata ad un quadro il cui ricordo rimane a Le Valli e la presenza invece a Casale, luoghi fisicamente vicini tra loro ma distanti come condizione. Come già detto l'obiettivo del progetto è quello di recuperare l'edificio per restituirlo ad un uso pubblico, di tipo culturale ed inserirlo nel percorso del  Sentiero dell'architettura rurale, da istituire. 

L'immagine che ho realizzato per questa iniziativa è frutto della sovrapposizione fra un'installazione che feci nel programma del Progetto Le Valli del 2017 (tre tele dipinte con i colori di base, rosso, giallo e blu poste all'interno dell'oratorio) e il volto della Madonna, dipinto dalla Gotti.    

Andrea Papi, Prendiamoci cura! 2023
Immagine per la manifestazione.

E' risultata una sorpresa scoprire che il quadro in questione è opera, cosa rara per l'epoca, di una pittrice e sarebbe interessante sapere come ha fatto a trovarsi a Le Valli. 

FERDINANDA GOTTI (Firenze 1820 - 1886). Allieva e cognata del pittore romantico Alessandro Lanfredini. Si dedica al ritratto e alla pittura di genere. Dal 1864 al 1877 sue opere sono presenti all'Esposizione di Belle Arti di Firenze. Nel 1865 espone a Genova. E' citata in un articolo dell'appendice alla Gazzetta Ufficiale del 1871 per aver eseguito a matita in colori due eccellenti ritratti infantili. Partecipa nel 1872 alla XXXI Esposizione della Società Promotrice delle Belle Arti a Torino. Risiede a Roma negli anni '80 insegnando disegno in una scuola femminile e partecipa alle mostre degli Amatori e cultori delle Belle Arti e all'Esposizione Internazionale del 1883.

Da Le Valli siamo passati a Casale dove don Bruno ha avvalorato l'ipotesi che il quadro della Madonna del Carmine, ora presente nella chiesa di San Niccolò, sia lo stesso che prima era nell'oratorio a Le Valli. La prima delle motivazioni è che non potevano esserci nella stessa pievania due opere dedicate allo stesso soggetto, al culto della Madonna del Carmine.  

Chiesa di San Niccolò a Casale
Foto Progetto Le Valli, 2023

Il quadro di Ferdinanda Gotti, La Vergine del Carmelo dona lo scapolare a San Simone Stock è inserito in una cornice di legno centinata. Osservando da vicino vediamo che è datato e firmato in basso

Ferdinanda Gotti, La Vergine del Carmelo
 dona lo scapolare a San Simone Stock, 1862

Se giriamo il quadro ci rendiamo conto che la tela, originariamente dipinta su una superficie rettangolare è stata successivamente adattata alla cornice centinata. I bordi in alto sono stati piegati, per evitare di tagliare la tela. Il quadro è collocato in una nicchia ad arco della chiesa di San Niccolò.   

Retro della tela di F. Gotti, i bordi
in alto piegati e adattati alla cornice.

E' possibile che il quadro dedicato alla Madonna del Carmine in particolari occasioni di culto fosse coperto da un velo e in altre svelato. Per  questo veniva utilizzato un meccanismo. Nella foto in basso uno degli occhielli ritrovati nel muro ai lati del quadro, dove presumibilmente passava il filo azionato dal rullo che permetteva di muovere il velo.  

Oratorio Le Valli
occhiello presente nel muro

Concludendo voglio segnalare che per l'occasione è stata ripristinata la fonte alimentata dalla sorgente.

Fonte in località Le Valli. Foto Progetto Le Valli 2023

Un ringraziamento va a Piero Moretti per le opere eseguite nel tempo a Le Valli, che hanno reso possibile anche questa iniziativa.

Copyright 2023 Andrea Papi PROGETTO LE VALLI. All rights reserved.

giovedì 22 dicembre 2022

Il sentiero dei quattro oratori.

Da San Godenzo al Giogo di Castagno o viceversa.

Sull'antica viabilità che da San Godenzo conduceva alla Romagna toscana passando da Castagno d'Andrea, si trovano quattro edifici che nel passato svolgevano la funzione di oratori. Il primo si incontra a Le Valli, località che dà il nome al progetto  www.progettolevalli.org che si propone di salvare l'oratorio dalla rovina. Il secondo è visibile a La Pretella mentre il terzo oratorio, al centro nella foto seguente, si trova a Serignana ed infine il quarto è presente in località Castellina.


SERIGNANA, foto Andrea Papi / Progetto Le Valli, primi anni '80 © 

Vogliamo però iniziare il nostro percorso in senso opposto, dal Giogo di Castagno, provenendo dal Monte Falterona e dall'alta Valle del Rabbi e diretti al capoluogo, il paese di San Godenzo

Subito prima dello spartiacque appenninico ci sono i resti della casa Giogo che si trovava a m. 1082. 

GIOGO di CASTAGNO, panorama. Foto Progetto Le Valli, 2016

Per scendere verso Castagno d'Andrea percorriamo il sentiero CAI n.14 passando da Migliari e da Grigiola (in alternativa sarebbe possibile anche il 14A,  da Ripalta e Le Casine).

GRIGIOLA, fienile. Foto Comune di San Godenzo, 1992

Passando dalla località Cento Fonti arriviamo a Castellina, dove è presente il primo dei quattro oratori considerati, un edificio in pietra con tetto ad un'unica falda, addossato al complesso degli altri edifici che compongono il nucleo di Castellina. In facciata è presente un portale architravato in pietra e una finestra di forma trapezoidale, anch'essa in pietra. Purtroppo mancano notizie storiche su questo oratorio, sappiamo che risulta intitolato a Sant'Anna da testimonianza della precedente proprietà, che in epoca recente ha  provveduto al recupero dell'edificio.


CASTELLINA, oratorio. Foto Progetto Le Valli, 2012

Interessante è la tipologia della casa padronale di Castellina che come vedremo ha una similitudine costruttiva con il palazzo di Serignana. L'entrata è al piano terra, ma tramite una scala si raggiunge la loggia al primo piano con l'accesso all'abitazione vera e propria.

CASTELLINA, casa padronale. Foto Progetto Le Valli, 2016

Proseguendo sullo stesso sentiero si giunge in prossimità del cimitero di Castagno d'Andrea. Prima della località San Martino, dove è presente un osservatorio astronomico, si lascia il sentiero 14 che prosegue per l'abitato di Castagno e si imbocca il 14B diretti al borgo di Serignana.

SAN MARTINO, osservatorio astronomico, Foto Progetto Le Valli, 2014

Arrivati a Serignana, dove negli ultimi anni sono stati eseguiti vari interventi di restauro, troviamo un'altra casa padronale di tipologia caratteristica con entrata all'abitazione dal loggiato al primo piano, come quella presente a Castellina. 

SERIGNANA, casa padronale. Foto Progetto Le Valli, 2008

A Serignana troviamo il secondo oratorio, probabilmente intitolato a San Domenico, ma non è chiaro se invece lo sia a San Romolo, vescovo di Fiesole. La tipologia è tipica con la facciata intonacata, portale in pietra, finestra sovrastante di forma ovale, pietre cantonali.
 
Nelle due foto seguenti l'oratorio di Serignana prima e dopo il restauro.

SERIGNANA, oratorio. Foto Progetto Le Valli, 2008


SERIGNANA, oratorio. Foto Progetto Le Valli, 2013

Si continua percorrendo il sentiero n. 14B, passando per la località Il Casone, fino all'innesto con il n. 7, si attraversa un antico ponte sul Fosso dei Trefaggi, poi al bivio prendiamo a sinistra il sentiero n. 6B in direzione di San Godenzo, arrivando alla località La Pretella. 

LA PRETELLA, pressi 
Arcata del ponte sul Fosso dei Trefaggi 
foto Progetto Le Valli, anni 2000 © 

A La Pretella si trova l'oratorio di Sant'Alessandro (vedi), risalente agli anni  venti dell'800, del quale esiste documentazione. L'edificio è relativamente in buone condizioni anche se attualmente è adibito a magazzino. La tipologia è simile ai precedenti, cambia la forma della finestra, in questo caso rettangolare.

LA PRETELLA, oratorio
 foto Andrea Papi / Progetto Le Valli, 1980 ©

Per raggiungere la località Le Valli, dove potremo vedere l'ultimo oratoriodobbiamo passare dalla località Querceti. Col tempo però si è degradato il tracciato originale del primo tratto della Strada vicinale di Soagi, che si imboccava dopo l'abitato della Pretella e portava a Querceti. E' necessario quindi tornare per un breve tratto sui nostri passi, fino al bivio e continuare sul sentiero 6B (direzione Muraglione). 

QUERCETI, foto Andrea Papi / Progetto Le Valli, 1988 ©

Arrivati a Querceti si continua sul sentiero n. 6B fino ad incontrare il n. 6 che si percorre per un breve tratto, poi dobbiamo abbandonarlo (in prossimità della località La Casina) per uno stradello forestale. Al bivio è presente un cartello che indica la direzione per Le Valli. 
Dopo aver attraversato una marroneta arriviamo in località Le Valli. Da fonte settecentesca sappiamo che l'oratorio era dedicato alla Madonna del Carmine (vedi). E' privo di copertura e come indicato all'inizio di questo articolo molte iniziative sono state fatte per riuscire ad interromperne la rovina ed arrivare a restaurarlo. Le varie fasi sono documentate sul sito del progetto. 
La foto seguente dell'oratorio è successiva ad un primo intervento di recupero. 

LE VALLI, oratorio. Foto Progetto Le Valli, 2021
 
Prosegendo per lo stradello passiamo la casa di Pratale fino ad arrivare ad Onda, dove ci ricolleghiamo al sentiero CAI n. 6 proseguendo in direzione di Cerreta, per arrivare finalmente passando dal mulino di Vallittoli, al paese di San Godenzo.

VALLITTOLI, mulino. Foto Comune di San Godenzo, 1992

Vedi anche:
Progetto Le Valli. Video di Andrea Papi 

 Copyright 2022 Andrea Papi PROGETTO LE VALLI. All rights reserved.

lunedì 26 settembre 2022

Brento Sanico / Paesi che vogliono tornare a fiorire _ 2

Questo post e il precedente non riguardano il territorio di San Godenzo del quale normalmente scrivo su questo blog. Sono stati invece presi in considerazione due paesi abbandonati da una sessantina di anni e ormai ridotti in rovina, Castiglioncello e Brento Sanico, che si trovano nella Valle del Santerno, nel comune di Firenzuola, in provincia di Firenze. Normalmente su questo blog si da testimonianza del passato per non perdere la memoria di luoghi che piano piano scompaiono. In questo caso è in corso su entrambi i paesi un progetto di recupero, anche se con finalità diverse tra loro. E' utile osservare e seguire queste esperienze, come esempi concreti nell'ampio dibattito sulle reali possibilità di riabitare i numerosi edifici abbandonati sparsi sull'Appennino.
A Brento Sanico si sta operando per riuscire a recuperare varie case e restaurare la chiesa con la finalità di far ritornare il Paese ad essere nuovamente abitato.
Nei progetti c'è una differenza fra le due operazioni. Il recupero del Borgo di Castiglioncello riguarda prevalentemente i luoghi fisici con il fine di esaltare le valenze turistiche. La rinascita del Paese di Brento Sanico non comprende solo gli edifici, ma presuppone un'intera comunità che lo abita.

 

Brento Sanico, interno della chiesa di San Biagio. Foto Progetto Le Valli, 2020


BRENTO SANICO è un antico paese medievale le cui origini si fanno risalire al 1145, fu roccaforte degli Ubaldini di Susinana i quali a Brento Sanico tenevano un Vicariato per la riscossione delle tasse ed era centro amministrativo dei loro distretti. Nel 1372 fu venduto al comune di Firenze, ma ha goduto a lungo di benefici fiscali e di consuetudini particolari. E' stato comune fino al 1777. Nel Dizionario geografico della Toscana il Repetti (nota 1) così lo descrive: 

Brentosanico nella Valle del Santerno. Casale e cura sotto il titolo di S. Biagio, nel piviere di Camaggiore, Comunità Giurisdizione di Firenzuola, da cui è circa miglia toscane 5 a levante, Diocesi e Compartimento di Firenze. Risiede in monte alla sinistra del fiume Santerno fra selve, pascoli, e rupi di macigno. Brentosanico conta 80 abitanti (nel 1833).

Veniamo ad osservare gli edifici del borgo attraverso foto scattate periodi diversi. Partendo dalle foto storiche dove le costruzioni sono meglio riconoscibili, sono stati individuati e numerati sette edifici compresa la chiesa. Stesso procedimento di numerazione si è fatto utilizzando una foto satellitare.   


Brento Sanico, elaborazione su foto V. Baldoni (nota 2), 1993

Nella foto sopra sono presenti in basso a sinistra i resti di un altro edificio (n. 1a) oggi non più riconoscibile. L'edificio è anche rappresentato nel Catasto granducale (foto sotto) che riporta presumibilmente  anche il nome del proprietario, Bertaccini. La mappa ottocentesca è orientata diversamente dalla foto in alto, ma si legge anche che le due particelle che compongono l'edificio n. 1 risultano di proprietà Cavini


Elaborazione da: Catasto Generale Toscano

Nelle due foto seguenti vediamo i prospetti delle costruzioni che compongono l'edificio n. 1.  

Edificio n. 1. Foto Progetto Le Valli, 2020


Edificio n. 1. Foto Progetto Le Valli, 2022


Immagine satellitare che mostra la visione dall'alto degli edifici che sono stati numerati. In alcuni si notano le coperture del tetto ormai crollate. L'edificio n. 5 corrisponde alla chiesa di San Biagio.


La foto sottostante mostra, da sinistra gli edifici n. 1 - 3 - 2. L'edificio centrale è attualmente oggetto di ristrutturazione edilizia e deruralizzazione, con destinazione abitativa.  

Foto Progetto Le Valli, 2022

La foto mostra altri prospetti dell'edificio n. 2
 
Foto Progetto Le Valli, 2022

Lo stretto vicolo tra gli edifici n. 1 (a sinistra) e n. 4.

Foto Progetto Le Valli, 2022

Un prospetto dell'edificio n. 4, da notare il comignolo che indicava la presenza della cucina nell'ambiente sottostante. 

Foto Progetto Le Valli, 2022

Nella foto storica sottostante risalente al 1940 sono raffigurati anche altri edifici. Il n. 3, attualmente in ristrutturazione, la chiesa (n. 5), la canonica (n. 6). Si intravede il n. 7 che viene trattato in seguito. Da notare i muri a secco che contengono il terreno. 

Brento Sanico, elaborazione su foto (nota 2), 1940

La chiesa di San Biagio e la canonica. 
La chiesa risulta presente dal 1506, con interventi successivi nel 1860 e nel 1917. 

Foto Progetto Le Valli, 2022

Altro prospetto dell'edificio della canonica (n. 6), sulla destra si intravede il n. 7

Foto Progetto Le Valli, 2022

Una strada dove si affacciano, a sinistra l'edificio n. 6, l'abside della chiesa con il campanile a vela e sulla destra una porzione del n. 7.
 
Foto Progetto Le Valli, 2020


La foto a destra del 1940 (nota 2) è fatta in occasione della processione della Madonna, nello spiazzo davanti ad un edificio (n. 7) che si può oggi riconoscere nella foto a sinistra.

Per concludere altre immagini dove sono presenti le costruzioni viste dal lato fiume Santerno.
A sinistra nella foto l'edificio n. 7, a destra il n. 6, corrispondente alla canonica.

Foto Progetto Le Valli, 2020

In primo piano l'abside della Chiesa di San Biagio, a sinistra la canonica. 

Foto Progetto Le Valli, 2022

Nella foto in basso è presente il fronte dell'edificio contrassegnato con il n. 4. Da notare il muro di contenimento del terreno e sulla destra l'edificio n. 1 che si intravede coperto dalla vegetazione.  

Foto Progetto Le Valli, 2022


Note
(1) E. Repetti, Dizionario Geografico, Fisico e Storico della Toscana, 1833
(2) L. Raspanti, Pietre Vive, 1993

Video consigliato: La rinascita di Brento Sanico 

Pagina Facebook: Anna Boschi "rinascita del Borgo di Brento Sanico"

venerdì 9 settembre 2022

Castiglioncello / Paesi che vogliono tornare a fiorire _ 1

 Questo post e il prossimo non riguardano il territorio di San Godenzo del quale normalmente scrivo su questo blog. Sono stati invece presi in considerazione due paesi abbandonati da anni che si trovano nella Valle del Santerno, nel comune di Firenzuola, in provincia di Firenze. Normalmente su questo blog si da testimonianza del passato per non perdere la memoria di luoghi che piano piano scompaiono. In questo caso è in corso su entrambi i paesi un progetto di recupero, anche se con finalità diverse tra loro. E' utile osservare e seguire queste esperienze, come esempi concreti nell'ampio dibattito sulle reali possibilità di riabitare i numerosi edifici abbandonati sparsi sull'Appennino.  

Il primo dei due articoli riguarda Castiglioncello, il secondo sarà dedicato a Brento Sanico. Due paesi abbandonati da una sessantina d'anni e ormai ridotti in rovina, ma che sono oggi diventati oggetto di progetti finalizzati al recupero degli edifici. 

Per Castiglioncello si prevede, anche se al momento sembra interessare solo una parte del paese che non comprende il nucleo dove si trovava la chiesa, una rinascita con finalità di tipo esclusivamente turistico, con la creazione di un nuovo Borgo che comprende il recupero/restauro di alcuni edifici, non è chiaro se anche con la costruzione di nuovi. A Brento Sanico, come vedremo nel prossimo articolo, si sta operando per riuscire a recuperare varie  case e restaurare la chiesa con la finalità di far ritornare il Paese ad essere nuovamente abitato. 

Nei progetti c'è una differenza fra le due operazioni. Il recupero del Borgo riguarda prevalentemente i luoghi fisici con il fine di esaltare le valenze turistiche. Il Paese non comprende solo gli edifici, ma presuppone un'intera comunità che lo abita.


"Veduta di Castiglioncello che Franco Marinelli disegnò sul posto il dì 31 luglio 1789."

CASTIGLIONCELLO è un paese costruito su un crinale che domina la valle a sinistra del fiume Santerno, tra la Toscana e l’Emilia Romagna. Ha una storia molto antica, sappiamo che fu possesso degli Alidosi fin dal 1107, poi degli Ubaldini che controllavano i commerci.  Nel 1372 divenne dominio fiorentino. Si trovava lungo la Via Maestra che da Firenzuola conduce a Castel del Rio e di là a Imola presso quello che era il confine del Granducato di Toscana con lo Stato Pontificio. Fu sede di una dogana di frontiera di terza classe dipendente da Piancaldoli.


Nella seconda metà del settecento il tratto di strada da Cà Maggiore a Castiglioncello divenne una Via dirupata impraticabile, tanto che nel 1789 fu necessario trasferire la dogana. Fu costruita a Moraduccio al confine del Granducato, a destra del Santerno sulla Strada Maestra d'Imola che va a Firenzuola. Venne così a cadere l’importanza strategica di Castiglioncello che rimase fuori dai percorsi commerciali.

A sinistra e sotto vediamo elaborazioni su piante del Catasto Generale Toscano realizzate nel 1823, dopo la costruzione della nuova Dogana del Moraduccio presso Castiglioncello.


Elaborazione da: Catasto Generale Toscano

Nella pianta sopra si vede l’abitato che si sviluppa lungo l’asse corrispondente all’antica strada che attraversava il paese provenendo da Firenzuola verso Castel del Rio. Nella parte verso sud (a sinistra) si trova una cappella dedicata alla Madonna del Poggio, poi edifici agricoli e case. Nella parte verso nord (a destra) nel nucleo del paese ci sono quelli che erano gli edifici abitativi e la chiesa dei SS. Giovanni e Paolo.


Castiglioncello, foto storica dal sito di ARKLAB (1)

Nella foto sopra, con una veduta opposta alla pianta precedente, a sinistra è evidente il nucleo con la chiesa e le abitazioni. In posizione semicentrale, v
erso destra, è presente un edificio verosimilmente abitativo (vedi foto sotto), seguono altre costruzioni tra cui un altro in posizione isolata. Nella foto non è visibile l'ultima costruzione del paese verso Firenzuola, la cappella.

Castiglioncello, fotogramma da film (2), 1969 

Le foto sopra e sotto riprendono lo stesso edificio da angolazioni diverse, a cinquant'anni di distanza. Nella foto sotto è visibile, in direzione sud, anche un'altra costruzione di modeste dimensioni, non di tipo abitativo. 


Castiglioncello, foto Progetto Le Valli, 2022

La foto sotto mostra gli ultimi edifici presenti in direzione sud, si intravede in fondo  la cappella della Madonna del Poggio.

Castiglioncello, foto Progetto Le Valli, 2022

Si può affermare che Castiglioncello come paese ha cessato di esistere sessant'anni fa, con gli ultimi abitanti che si sono trasferiti in altri luoghi. E così anche gli edifici che lo componevano sono oggetto di un pesante degrado dovuto a mancanza di manutenzione a causa dell'abbandono e sono vicini a scomparire. 

Nel 1969 nel paese di Castiglioncello, ormai già abbandonato da alcuni anni è stato girato il film Flashback (nota 2).

 Quest'anno sono iniziati i lavori relativi al progetto Borgo di Castiglioncello che prevede il recupero di alcuni edifici ad uso turistico. Per i dettagli vedi link alla nota 1.

Continuiamo con l'osservazione di quel che è rimasto dell'abitato. Nella foto sotto, il nucleo di Castiglioncello, attraversato dalla strada principale che portava alla Chiesa. 

Castiglioncello, foto storica Comune di Firenzuola 

Un altro scorcio verso il nucleo centrale e la strada che attraversava il paese. 

Castiglioncello, foto V. Baldoni, 1993 (3)

Particolari dell'antica strada che attraversava in posizione centrale il paese.

Foto Progetto Le Valli, 2022 

La strada in direzione nord verso la chiesa.

Foto Massimo Mordini, 2006 ca.

Particolare di una finestra in pietra di un edificio lungo la strada.


Foto Progetto Le Valli, 2022

Le immagini successive mostrano il paese quando ancora le case erano riconoscibili. Nella seconda, di epoca posteriore, si nota chiaramente che è già avvenuto il crollo del tetto di vari edifici.

Castiglioncello, fotogramma da film (2), 1969


Castiglioncello, anni successivi alla foto sopra

Un particolare dell'edificio in posizione centrale nelle foto precedenti.

Castiglioncello, foto V. Baldoni, 1993 (3)
  
NOTE

(1)  ARKLAB Studio di Architettura

(2) FLASHBACK, film diretto da Raffaele Andreassi, 1969  https://www.youtube.com/watch?v=HM9bX3EfijI&t=4866s 
presente su youtube in versione integrale ma sottotitolato in lingua turca

(3) Dal volume di L. Raspanti, Pietre Vive, 1993